Umberto Saba:

C'era, un pò in ombra, il focolaio

Umberto Saba - note biografiche

Umberto Saba nasce a Trieste nel 1883. Saba è uno pseudonimo, parola ebraica che significa pane. La sua giovinezza, agitata da problemi prima familiari e poi razziali - egli vive nel ghetto di Trieste -, trova un rifugio nella fantasia. Le prime prove poetiche sono caratterizzate da parole semplici e da ritmi cantabili. Nel 1905 si trasferisce a Firenze, dove prende contatto con gli ambienti intellettuali della città, tra cui la rivista La voce.

Dopo la prima guerra mondiale torna a Trieste, dove vivrà dei proventi di una libreria antiquaria. Studia la psicanalisi e ricorrerà ad uno psicanalista per curare la sua nevrosi. Muore a Gorizia nel 1957.

La sua poetica penetra nel cuore delle cose, con la semplicità e l'onestà che egli chiama chiarezza interiore. Il poeta si immerge nel flusso della vita comune e nell'accettazione di tutti i suoi aspetti: la gioia come il dolore, la giovinezza e la morte, la purezza e la corruzione.

In Saba, la moderna profondità dei contenuti, la scelta di trattare i temi più veri e immutabili dell'essere umano rende la sua poesia una delle più originali e significative del Novecento. Egli è un poeta che va controcorrente, scegliendo di rimanere fedele al linguaggio poetico tradizionale, romantico.

C'era, un po' in ombra, il focolaio; aveva
arnesi, intorno, di rame. Su quello
si chinava la madre col soffietto,
e uscivano faville.

C'era nel mezzo una tavola dove
versava antica donna le provviste.
Il mattarello vi allungava a tondo
la pasta molle.

C'era, dipinta di verde, una stia,
e la gallina in libertà raspava.
Due mastelli, là sopra, riflettevano,
colmi, gli oggetti.

C'era, mal visto nel luogo, un fanciullo.
Le sue speranze assieme alle faville
del focolaio si alzavano. Alcuna
-guarda!- è rimasta.

La poesia può essere uno spunto per i ricordi d'infanzia, luoghi, figure femminili etc...L'ambito si può allargare anche ai ricordi sentimentali della giovinezza, della maturità. Un altro tema è quello delle speranze rimaste, la cui metafora sono le faville del focolare.


Elaborati sul tema della poesia di Umberto Saba:

"C'era, un pò in ombra, il focolaio"


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