La Città: sei o no un futurista?

Il tema della città viene sviluppato molto presto dai futuristi, una prima "visione" appare addirittura nel "Manifesto" di Marinetti del 1909: essa è infatti il luogo privilegiato della modernità che, con la sua forza travolgente, sembra ormai a portata di mano; è il luogo in cui si incarna il futuro, la velocità il movimento. Il paesaggio urbano appare sconvolto dalle luci, dai tramvai, dai rumori, che ne moltiplicano i punti di visione.

Questa immagine tumultuosa e violenta viene ripresa da Umberto Boccioni in due sue opere del 1911, La città che sale e La strada entra nella casa: angoli che si intersecano, forme concentriche, piani tagliati, sono l'immagine del vortice della metropoli moderna; una Città Nuova che nasce e scresce insieme alla nuova ideologia del movimento e della macchina, non avendo più nulla della staticità del paesaggio urbano tradizionale.

Il senso del movimento e della velocità, contro quello del monumentale e del pesante che viene ripreso nel manifesto dell'architettura futurista firmato da Antonio Sant'Elia nel 1914.

"Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile a un immenso cantiere tumultuante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa futurista simile a una macchina gigantesca.

La nuova metropoli, ispirata al modello di New York, che viene illustrata sui giornali come modelli del futuribile, resterà però solo sulle carte lasciate da Sant'Elia.

Comunque, per i futuristi la nuova città è ricca di meraviglie. Nella poesia seguente Riccardo Govoni (1884- 1895) poeta prima crepuscolare, poi futurista, racconta con una vena di sensualità una città ricca di attrattive per ragazze.

Contro corrente come bionde trote

Contro corrente come bionde trote
fendevano la calma cittadina
due fanciulle insolenti di bellezza.
Curiosando strusciarono i musini
di maliziosa cipria qua a un acquario
di lusso di dormenti onde ravvolte
di stoffe per murene ed aragoste,
più in là un brillante altar di calzature,
spume di cardi rossi per pianelle
di Cenerentola, lustrini e argenti
per taccuini da ballo. Scantonarono
a un tratto e una si chinò nascosta
dall'inquieta compagna ad allacciarsi
la giarrettiera a mezza coscia ignuda.
Le succhiò la corrente cittadina.
Vedo sempre la strada illuminata
da quel fulgore di carne di donna
nel marmo della pioggia settembrina.

Leggeremo ora alcune frasi di autori celebri sulla città moderna, che ne evidenziano ora i lati positivi, che quelli negativi. Scegliete quelle che condividete e sottolineate le parole, che vi colpiscono.

Le città sono qualcosa di più della somma delle loro infrastrutture. Esse trascendono i mattoni e la malta, il cemento e l'acciaio. Sono i vasi in cui viene riversata la conoscenza umana,

Rick Yancey scrittore di fantascienza

Le innaturali concentrazioni metropolitane non colmano alcun vuoto, anzi lo accentuano.

L'uomo che vive ln gabbie di cemento, in affollatissime arnie, in asfittiche caserme è un uomo condannato alla solitudine. Eugenio Montale

Le città fanno gli uomini feroci perché fanno gli uomini corrotti. La montagna, il mare, il bosco, fanno gli uomini selvaggi; essi sviluppano il lato feroce, ma senza distruggere il lato umano. Victor Hugo

La città consente di vedere senza essere visti e di essere visti senza vedere. Serge Daney regista francese

Le grandi città hanno sempre offerto l'anonimato e la varietà. Anonimo

Per sua natura, la metropoli offre ciò che altrimenti potrebbe essere dato solodal viaggio; vale a dire, lo strano. Jane Jacobs antropologa statunitense

È delle città come dei sogni: tutto l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure. Italo Calvino

Una città non è disegnata, semplicemente si fa da sola. Basta ascoltarla, perchè la città è il riflesso di tante storie. Renzo Piano architetto

Infine, vi propongo un brano del libro " Città di carta" di J. Green

"Ecco il brutto: da quassù non vedi la ruggine, la vernice scrostata, ma capisci che razza di posto è davvero. Vedi quanto è falso. Non è nemmeno di plastica, persino la plastica è più consistente. È una città di carta. Guardala, Quentin: guarda tutti quei viottoli, quelle strade che girano su se stesse, quelle case che sono state costruite per cadere a pezzi. Tutte quelle persone di carta che vivono nelle loro case di carta, che si bruciano il futuro pur di scaldarsi. Tutti quei ragazzini di carta che bevono birra che qualche cretino ha comprato loro in qualche discount di carta. Cose sottili e fragili come carta. E tutti altrettanto sottili e fragili. Ho vissuto qui per diciotto anni e non ho mai incontrato qualcuno che si preoccupasse delle cose che contano davvero."

Compiti per casa 18/ 02/2020. Completate ciò che avete iniziato, scrivendo un testo o una poesia, che utilizzi alcune delle parole del brain-storming.


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