L'Abisso di Charles Baudelaire
Pascal aveva un abisso che con lui s'agitava.
- E tutto è abisso! - Azioni, desideri, sogni, parole!
E sui miei peli tutti ritti sento spesso passare il vento della Paura.
In alto, in basso, ovunque, profondità,
silenzio, spazio che spaventa e attira...
Dio, col suo dito sapiente, in fondo alle mie notti
segna un incubo multiforme e senza tregua.
Ho paura del sonno come si ha paura d'un gran buco,
tutto pieno di vago orrore, che porta chissà dove;
da ogni finestra non vedo altro che infinito,
e il mio spirito, sempre
ossessionato di vertigine,
invidia l'insensibilità di
questo nulla.
- Potessimo non uscire mai dai numeri e dagli esseri
Spleen di Charles Baudelaire
Quando come un coperchio, il cielo basso e greve
schiaccia l'anima che geme nel suo eterno tedio,
e stringendo in un unico cerchio l'orizzonte
fa del dì una tristezza più nera della notte,
quando la terra si muta in umida cella
segreta
dove sbatte la Speranza, timido pipistrello,
con le ali contro i muri e con la testa nel soffitto marcito;
quando le immense linee della pioggia
sembrano inferriate di una vasta prigione
e muto, ripugnante un popolo di ragni
dentro i nostri cervelli dispone le sue reti,
furiose ad un tratto esplodono campane
e un urlo lacerante lanciano verso il cielo
che fa pensare al gemere ostinato
d'anime senza pace né dimora.
Senza tamburi, senza musica, sfilano funerali
a lungo, lentamente, nel mio cuore: Speranza
piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra
infilza nel mio cranio il suo vessillo nero.