Carla Vettor: Identità
...........................................................................................................................................................................................
Identità
Solo ora apprendo, da Raitre, la notizia che l'Etiopia è in uno stato di implosione, prossima ad una guerra civile. Questa situazione, nella memoria, mi riporta all'anno 1991.
Ricordo la mia esperienza: adottavo una figlia in Etiopia. Rincorrevo un aereo e raggiungevo con entusiasmo l'ambasciata, il consolato, la polizia di stato, per verificare tutta la documentazione della figlia adottiva. Ero già consapevole delle fatiche, delle incertezze che mi attendevano, forti poi i miei timori per una terra combattuta in pieno regime da uomini in guerra civile. Lo scopo era preciso, la mia identità molto razionale: diventare madre per la seconda volta nella vita.
Una simile notizia, in tempo di pandemia, rimbomba ancora più forte. Oggi la mia identità è solo virtuale; le mie figlie sono lontane per lavoro, dialogo con il computer e con il telefonino. Una personale riflessione fa pensare alla mia identità, come se fosse solo anima; eppure l'anima è dimensione che si raggiunge attraverso l'essere in vita, quindi sono viva. Certo me lo chiedo perché, stare chiusa nella mia abitazione ed avvalermi della tecnologia che ho a disposizione, ha di sicuro cambiato il mio essere. Penso che l'immaginazione mi aiuti ad avvicinarmi all'anima, a crearmi un'identità molto artistica. L'arte è la scoperta di una creazione artistica, mi toglie le "croste" superflue in questo strano momento di pandemia. Sono lontana dalla natura in quanto presenza, ma ne contemplo la spiritualità e l'invisibilità, come se non fossi cosciente. La mia è un'evasione legittima, con una precisa volontà di raggiungere qualcosa che è più "alto".
In questa clausura, la mia identità come coscienza naviga fra passato e futuro, o meglio fra nostalgia dell'identità passata ed immaginazione di una identità futura.
L'arte ha aiutato il Longhena, che ha creato il tempio votivo della Madonna della Salute di Venezia, espressione di un artista dove si sposano fede ed architettura per combattere la peste del '600.
Così io ora mi rivelo con intuizione e talento ed esprimo immagini, rime e riflessioni. La mia identità è la mia anima e quando si esprime in arte mi piace e mi rende presente.