Patrizia Invernizzi Di Giorgio: Le tue braccia

23.01.2021

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Le tue braccia

Come ad un uccello ferito
le tue braccia mi offrivano riparo.
Eri grande, forte,
io debole, fragile
all'ombra di un gigante.
Con passi incauti entravi
nella mia anima confusa
e non era più mia.
Nella tua stanza non c'era
posto per gli altri,
io diventavo estranea
a me stessa.
Sentivo soltanto la tua voce,
fredda, senza sfumature,
si spegneva in gola la mia,
non potevo più cantare.
La sera le tue braccia
mi avvinghiavano,
mi baciavi, avido, la bocca,
a poco, a poco,
mi succhiavi la vita.
Io mi facevo piccola,
diventavo di pietra,
di giorno ingoiavo le lacrime,
sentivo morire i desideri.
Una notte, così buia
da offuscare la luna,
ho visto il tuo volto impenetrabile
e il tuo corpo, senza veli,
finalmente nudi.
Ho strappato le catene dal cuore,
sono fuggita lontano.
Non cerco più falsi nidi
e false piume dove nascondermi,
mi bastano la dolcezza, la tenerezza
Ho sete di libertà, di infinito
riprendere a volare nell'azzurrità
del cielo mi restituisce la gioia.