Patrizia Invernizzi Di Giorgio: La valigia
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La valigia
La
mia valigia l'ho persa nel deserto,
sepolta dalle dune.
Intorno turbinavano mulinelli
di sabbia,
il sole era un fuoco di
dardi
ed io una cieca.
C'erano gli indumenti, la
bussola,
il diario di viaggio.
Sono tornata, piena di
rabbia e di sete.
In un freddo giorno di
pioggia,
è ricomparsa sulla soglia,
leggera
sorridendo, come se fosse
nuova,
in cerca della compagna
di avventure.
Io qui sto bene, nel
giardino
fresco di rugiada,
nel grembo caldo della
vecchia casa.
Viaggio a ritroso nei ricordi
custoditi dai muri,
non provo la voglia di
partire,
ma ancora ho sogni
per quel futuro che resta.
La valigia ha molti
sbuffi,
organze, voile, stoffe
leggere,
che si aprono varchi
nella cerniera consumata
e tremano e volano quando
il vento le sfiora.
Anch'io mi lascio portare
come avessi ali,
come un tempo mi
aggrappavo
all'aquilone e più non
temo
l'orizzonte vicino
e il misterioso viaggio,
che al di là si cela.