Patrizia Invernizzi Di Giorgio: La Grande Attesa

21.12.2020

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                   La Grande Attesa

Come da bimba restavo a lungo
sveglia, attendevo trepidante
che nascesse il Bambino,
miracolo straordinario per me,

per tutti,
osì come allora attendo.

La notte è silenziosa, buia di stelle,
sotto il tetto del mondo,
in ogni dove, dormono
città e paesi, poveri e ricchi,
migranti in cerca di accoglienza,
uomini e bimbi,
pastori con le loro greggi.
In questa silenziosa quiete
si placa un poco l'ansia
si fa più leggero il respiro,
gli incubi lasciano posto ai sogni.
Tra poco apparirà la cometa,

volerà alta, sopra le strade di rumore
e di polvere, sulle periferie degradate
sulle baracche e sulle capanne di fango,
sul dolore e le gioie della gente.

Ci condurrà alla stalla del divino Bambino,
per un percorso lungo, irto di ostacoli
ma noi per una notte abbandoneremo
le gabbie, che questo tempo impone.
Davanti a lui deporremo la speranza
di un futuro, senza la paura,
che ci agghiaccia e
mostra le nostre debolezze.
Lui tenderà verso di noi le braccia,
nel suo sorriso vedremo finalmente
la fine del tunnel.
Di questo, non di regali, inutili e
sfarzosi abbiamo bisogno.
Tornare come prima agli abbracci,
guardarci negli occhi,
riunirci intorno alla tavola
apparecchiata per la festa.
Un Natale questo diverso,
più umile e dimesso,
ma raccolto, intimamente vissuto,
per noi sarà pur sempre Natale.