Maria Lucia Faedo: Dario, il pagliaccio

02.02.2021

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Dario, il pagliaccio

Sono un pagliaccio mi chiamo Dario.

Dario e pagliaccio da sempre, da quando facevo i primi passi incerti rotolando sulla segatura del circo e facendo ridere tutti, combattuto tra il riso ed il pianto facevo facce buffe per salvare il mio orgoglio con il risultato che facevano ridere ancora di più.

Far ridere... Ecco il mio destino!

La luce intermittente dell'insegna "CIRCO DADA" entra dal finestrone della roulotte, mi guardo allo specchio con la faccia struccata senza la lacrima dipinta che mi scende sulla guancia e la bocca rossa che va da un orecchio all'altro in un eterno sorriso stereotipato.

Osservo il viso ancora bello (nessuno lo vede sotto il trucco) e gli occhi dorati con lo sguardo triste e fiero nello stesso tempo, occhi che non piangono liberamente quando il dolore stringe il cuore perché in scena:

"Signori miei avete pagato per divertirvi, Dario il pagliaccio deve far ridere" con le sue mosse buffe, le calze colorate, le scarpe scombinate, la giacca troppo abbondante e gli occhi che spruzzano stupide lacrime come una fontana.

La mia vita? Perché no! Bella, si bella da quando nel circo è entrata Lei la trapezista acrobata che mi ha spezzato il cuore, no , meglio dire che mi ha rubato il cuore.

Lei, Daniela, che volteggia per aria con Oscar che la fa volare da un attrezzo all'altro, la tiene sospesa per aria e fa trattenere il fiato a tutti ed io, IO, che conosco tutti i trucchi del mestiere non riesco a controllare i battiti accelerati del cuore se non quando lei sorridente tocca terra, finché si apre la porta della roulotte ed entra sbuffando stretta in un costume di lustrini e mi abbraccia stretto strofinandomi sul suo petto.

Io sono il nano del circo, sono Dario un pagliaccio che sa ridere anche di sé;

Nessuno lo sa ma quando arrivano gli applausi mi trasformo in un fiero gigante perché in scena: IO SONO UN GRANDE!