Grazia Rizzato: Il Colore

09.12.2020
Vasilij Kandiskij, giallo, rosso, blu
Vasilij Kandiskij, giallo, rosso, blu

Il Colore

Il mio impatto con il colore, molti anni fa, è stato violento. La prima volta in cui ho preso in mano i pennelli sono rimasta bloccata. Temevo di sbagliare, di usare troppo colore o di non riuscire a produrre la forma che avevo in mente o l'immagine da copiare. La mia prima esperienza ha prodotto un tipo di pittura monocromatica; sul bianco della tela ho usato un solo colore: il blu, scuro... nient'affatto allegro.

Ho capito allora che stavo scrutando la mia parte più profonda, più emozionale, quella che riguarda l'affettività, il manifestare anche a me stessa le mie emozioni, il mio modo di percepire la realtà. Pian piano mi sono incamminata verso una maggiore osservazione del mio impatto con il colore e ho capito che...forse avevo paura della libertà, quella che mi permetteva di essere me stessa fino in fondo. E l'ho trovata alla fine , questa benedetta sicurezza di esprimere ciò che penso dovunque, comunque e con chiunque e credo di doverla , in piccola parte, anche a questo percorso.

Come ebbe a dire H. Matisse, il colore, forse ancor più del disegno è una liberazione.

Kandinskij: il colore è una vibrazione che tocca le corde.

Proprio secondo questa visione, egli descrive i colori in base alle sensazioni e alle emozioni che suscitano nello spettatore, come fossero strumenti musicali che generano una melodia che arriva dritta al cuore di chi ascolta.

Il colore non può essere una cosa meccanica, ma deve trovare una spiegazione più profonda nella poetica, così come nell'estetica o anche nella psicologia dei colori.

Ho citato questo grande pittore perché ne condivido in pieno la visione. Il colore è un mezzo di esercitare sull'anima un'influenza diretta. Il colore è un tasto, l'occhio il martelletto che lo colpisce, l'anima lo strumento dalle mille corde.

Da sempre l'uomo ha sentito il bisogno di usare il colore per raccontare, manifestare i sentimenti. L'uomo di Neanderthal lo usò per accompagnare i defunti. Li cospargeva di polvere rossa, ricavato dalla macinazione dell'ocra rosso a simboleggiare la tragicità della morte.

I grafiti raccontavano con l'aggiunta di altri colori non solo le cerimonie funebri ma anche la caccia e gli eventi importanti della vita umana.

Nel tempo il colore è venuto assumendo una forma espressiva narrativa sempre più legata al momento alla Cultura del tempo: la Storia e la Letteratura.

Mi soffermo sul Rinascimento che individuò nel rosso, nel celeste, nel verde e nel bigio , ossia il color cenere, i colori importanti da utilizzare nell'elemento pittorico . L'uso della luce e del colore divennero essenziali nel riportare la realtà.

A differenza del Medioevo in cui l'uso del colore scuro era predominante, anche nel rappresentare le figure in lontananza, nel Rinascimento, che si rifaceva ai miniaturisti e ai pittori fiamminghi, si utilizzarono i colori chiari per ottenere un effetto più rispondente alla realtà in cui le figure lontane assumevano colori più luminosi.

Verso la metà del Quattrocento inizia un altro indirizzo artistico definito "la pittura della luce". Non posso non ricordare che i più grandi di questo periodo furono Domenico Veneziano, Beato Angelico, Paolo Uccello.

Leonardo intuì che il colore deriva dalla scomposizione della luce bianca del sole. Newton con i suoi esperimenti ne dimostrò nel Seicento la validità.

COLORI PRIMARI E SECONDARI

I colori primari sono giallo, rosso e blu e dalla loro composizione sono ottenuti tutti gli altri.

Indagare in modo approfondire l'uso del colore e i suoi significati nelle varie epoche è un'esperienza esaltante poiché ci fa ripercorrere la Storia umana.