Daniela Nascimbeni: Quello che vedo dalla finestra

24.09.2020

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Quello che vedo dalla finestra della mia camera

Ovvero raro esempio di resilienza

E arriviamo al periodo del corona virus che ha chiuso tutti noi in una bolla senza possibilità di uscita; tutti noi escluso lui, il falegname Luigi, che ha saputo opporsi all'imperativo del corona virus con fantasia e creatività.

Lo osservo dalla mia finestra, quando alle nove in punto, ogni mattina da marzo, si spoglia in garage e rimane in costume da bagno; tira fuori la sdraio e la piazza al sole per poter abbracciare tutta la vitamina D. Poi apre il portellone della sua automobile parcheggiata nel cortile, creando un'ombra che assomiglia a quella di un ombrellone sulla spiaggia. Lentamente si posizione sulla sdraio, mani ora dietro la nuca ora aperte sui braccioli (come un Cristo in certi quadri). Occhi chiusi, tranquillo, vicino alla sua cagnetta sonnolenta sulla sua brandina. Ad una certa ora tira fuori una panca da ginnastica, penso ricavata da un asse da stiro, verniciata di rosso e puntiglioso si cimenta in vari esercizi ginnici oppure inventa su un tappetino di spugna flessioni e contorsioni del busto per me irraggiungibili. A mezzogiorno in punto chiude la sdraio e ripone tutte in garage; chiude il portellone della macchina, si riveste e torna al suo appartamento al primo piano. Il venerdì o il sabato si veste di tutto punto da ciclista: maglietta arancione e pantaloncini neri elasticizzati e rinforzati sul sedere per contrastare il sellino. Spinge fuori dal garage la Bicicletta, la sua bicicletta da corsa che lui ammira, accarezza, sistema toccando qua e la come si fa con una bella donna ormai perduta; le parla anche, ricordando i bei tempi in cui poteva inforcarla senza problemi e andare via e poi ritornare alla sera. Così è la vita nelle lunghe settimane del corona virus del signor Luigi che ha saputo trovare il bandolo e il massimo della resilienza con abilità artistico teatrale. La sua determinazione mi rincuora e mi insegna che tutto si può superare e che si può rendere le anomalie in normalità: il segreto è cogliere e vivere l'attimo. Io sorrido di nascosto dal balcone per non disturbare il suo sogno impensabile da tutti noi vicini rinchiusi e incerti fra quattro muri. Ah, dimenticavo! Fino ad ora non aggiusta più le tapparelle o le seggiole ma le biciclette che gli amici lasciano per lui davanti al cancello.