Daniela Nascimbeni: Riflessioni

11.01.2021
Ricatto (di Dario Gelmini)
Ricatto (di Dario Gelmini)

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Riflessioni

Dopo buona parte della mia vita così variegata, anche per il mio grado di consapevolezza ,penso, che a forza di osservare le persone, di aver carpito gli atteggiamenti che talvolta mascherano la patologia arcana ed esecrabile dell'uomo di manipolare gli altri a proprio vantaggio .

Esamino con una lente d'ingrandimento.

1. L'atteggiamento della gentilezza

Io lo chiamerei, tirando su il sipario dell'animo, smanceria o peggio ancora melensaggine. Molti hanno il cardiogramma piatto quando sono gentili , poiché essere gentili è ,come ho già affermato, un diretto mezzo di rapporto con le persone per averne un tornaconto (esempio: si è gentili con il capo oppure il commesso è gentile con i clienti). La gentilezza può essere un arma per evitare pericoli. In tal caso chi la usa è dentro ad un ingranaggio di dubbi, preoccupazioni,discordanze e paure fra ciò che sente, come si esprime e cosa l'altro interpreta.

Conferma della mia tesi che" gentile " si attribuisce ad una persona con cui si vuole tenere un rapporto di rispetto. Ricordo che "gentile" anticamente significava nobile cioè il superiore a cui si doveva rispetto e riconoscenza obbligatoria. Ma tra l'acqua dei ponti su cui ho passato la mia vita devo ammettere che ho incontrato persone con le quali ho avuto un rapporto empatico poiché avevano capito il mio bisogno profondo di attenzione che Lacan chiama "entrare nelle persone al punto di arrivare "al sentire degli altri". Tali persone, rare, sono presenti nel nostro gruppo di scrittura creativa. Recentemente un medico, è riuscito ad arrivare a me non solo con l'empatia ma addirittura a mettersi in sintonia nella cartina della mia anima. Sempre Lacan, in un suo aforisma, afferma che "la sintonia unificante" è avere il terzo orecchio per ascoltare le persone.

2. Il sentimento della Tenerezza

E' , a mio parere , un istinto che tutti gli animali (compreso l'uomo) hanno per la sopravvivenza della specie nolenti o volenti salvo casi sporadici. Sono tenere tutte le mamme verso i loro piccoli e viceversa .Sono tenere le coppie maschio e femmina, sono dolci i figli degli umani verso i genitori anziani allorché se ne prospetti la loro fine perché, pietosi, si sentono buoni e in pace con se stessi. La tenerezza, talvolta, viene superata quando è di ostacolo all'istinto ben più forte della conservazione della specie. In caso di grave pericolo in una tribù dell'Amazzonia, le madri abbandonano il figlio che tengono fasciato vicino al loro seno per scappare più facilmente e così, salvandosi, aver la possibilità di procreare di nuovo. Molti animali abbandonano i cuccioli più deboli per poter allattare tutti gli altri o li uccidono in cattività. Ho saputo recentemente di una cagna che ha avuto dieci cuccioli: uno, l'ultimo ad uscire, è nato morto, un altro, il più debole la madre lo ha sempre scacciato con una zampata allorché si avvicinava per succhiare il latte ed è morto di fame. La cagna però, ai nostri occhi madre cattiva, ha seguito l' istinto di protezione degli altri cuccioli sani.

3. Il sentimento della Gratitudine

Penso che il sentimento sia il più intricato da analizzare perché parente dello strumentalismo. La chiesa lo ha sempre citato dai pulpiti come ricompensa ad un vivere onesto. La gratitudine é l'ovvia risposta che uno si aspetta quando crede di essere stato accogliente e disponibile o utile agli altri. Per me, invece, la gratitudine è un cerchio perché parte dagli altri e si chiude con l'elogio pubblico del bene che hai fatto oppure ti crei la gratitudine da solo e allora è il compiacimento di piacere e piacersi e la soddisfazione di aver fatto del bene per il bene, di Kantiana memoria. Nell'uno che nell'altro caso la gratitudine è comunque una cambiale che va pagata pena il rancore, depressione e asocialità. "Il ricatto" è il titolo del quadro di Dario. Prati fioriti, cielo azzurro, marezzato di bianco, alberi verdi: è la sorridente ipocrisia , la benevola pacca sulle spalle, il falso sorriso di accoglienza per colui a cui si infligge il ricatto di gratitudine. Nel quadro l'uomo con la lupara aspetta qualcuno per pareggiare i conti; non può sottrarsi pena la morte sua. Nella parte centrale del dipinto un sentiero vuoto, senza inizio né fine, perché gli orrori della mafia sono occultati da pennellate di primavera per colui che , manipolato, gli sono stati richiesti, gratitudine, fedeltà, sottomissione e odio coatto e cieco.