Daniela Nascimbeni: Ho sete di... Il mito di Pandemia

31.03.2021

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Ho sete di...
Il mito di Pandemia

Ispirato al testo "Quel che stavamo cercando" di Alessandro Baricco


Ho sete della arcaica Madre ancestrale, che tenendomi per mano, mi introduca con l'astuzia del cavallo di Troia, nel mondo dei Giganti e dei Ciclopi e con l'attacco frontale dei suoi occhi annulli e svuoti il Titano Pandemia figlio di Digitale e di Inconscio, mostro urlante dalle tre teste..

La Madre mi costringa a fermarmi e a fissarle. La prima testa scienza - serpente inutilmente aggrovigliata in se stessa a spirali, irrigidita, indifferente ai bisogni reali del mondo; la seconda testa d'oro come la ricchezza che continuamente si allontana dalla terza testa sterco - povertà. Ho la sordida sete, che mentre Pandemia si svuota e si dissolve in un pulviscolo fastidioso, io senta placare nel mio ventre il bisogno di ordine, di pulizia, di disciplina, di sanzioni, di preghiere, di limitazioni, di disposizioni, d'immunità. Senta uscire dalla mia pelle il piacere di un'autorità a cui ubbidire, la nostalgia di un esperto che indichi la strada sicura, del potente che determina, della guida che suggerisce, del prete che demonizza, del medico che prescrive, del poliziotto che punisce, del giornalista che interpreta e profetizza. Attraverso lo sgretolarsi del Titano Pandemia potrò forse passare da un mondo logoro antico ad un mondo nuovo.