Carla Vettor: L'Attesa

19.12.2020
Immagine dell'attesa (Carla Vettor)
Immagine dell'attesa (Carla Vettor)

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L'Attesa

Resto immobile, davanti un atrio, in attesa. Da fuori riconosco espressioni artistiche e musicali e "rivendico", con queste forme d'arte, il particolare momento di crisi che stiamo attraversando con la pandemia.

Sfrutto serenamente questo mio sentire artistico, edificando un ambiente-atrio di fantasia. Vorrei essere autonoma, forse indipendente, non applicare le regole imposte dal servizio sanitario, quindi spazio con i miei "vaccini" immaginari ed innocui, forse per fuggire da un mondo malato.

In attesa di entrare nel "fantastico" intravedo le forme espressivo-astratte di Willem de Kooning (19041997), pittore che fugge dall'Europa in pieno conflitto mondiale. De Kooning, un pittore "fuori dal giro", di grande sensibilità, rifiuta le regole tradizionali intrecciando l'atmosfera americana e guardando l'essenziale. Rappresenta le sue figure di donna riducendole a pochi elementi, come per esempio bocche che appaiono e ricordano l'atto della donna in attesa di partorire. Ironia e percezione fanno la particolarità di questo artista sensibile ed umano.

Bocche di Willem De Kooning
Bocche di Willem De Kooning

Catturano poi la mia attenzione alcune composizioni musicali di John Cage (1912-1992). Un acuto senso di osservazione mi fa percepire brani fantastici e materie circostanti: è la mia esperienza del tempo che diventa musica. Scopro che il musicista cerca il suo amico pittore. Nel mio immaginario si pone improvvisato un evento straordinario, dal gusto unico, che mi mette ancora una volta in tempo di attesa. I legami fra i due personaggi con le loro arti di pittura e musica erano evidenti, un tutt'uno come se il continuo dipingere diventasse tela con colori musicali. Nella cerchia di Cage, dal momento che lo stesso John si era improvvisato pittore astratto, emergeva un nucleo di artisti informali operativi a New York. Tra questi c'era Willem de Kooning (1948 circa).

Dopo l'attesa entro: ascolto il pezzo più famoso di Cage "4' e 33 sec" (1952); da qui la conferma della scoperta dell'artisticità del mondo. Il brano "4' e 33 sec" è la musica del silenzio, quello proprio dell'attesa, dove tutto si trasforma in vera poesia. Nella composizione emergono involontari i rumori: i miei battiti cardiaci, il ronzio dei miei orecchi, il mio respiro.

John Cage, "Dream" https://youtu.be/JTEFKFiXSx4

Forse l'attesa non sarà mai compiuta: contenere il tempo ed attendere il Bambino, in periodo di Avvento, è la prova che non moriremo mai.