Antonio Fiorito: Un'estate

15.05.2021

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Un' estate

(sedotto e...  abbandonato)

Terminata l'adolescenza, con la prima giovinezza, iniziava per noi, ormai donne, ormai uomini, il percorso consapevole della vita. Un gruppo di ragazze e ragazzi cui l'estate regalava gioia, sogni, batticuori, speranze. Le passeggiate serali, tra chiacchiere e risate rubando, noi maschi, qualche rosa dalle recinzioni dei giardini per regalarle alle compagne, spesso si concludevano intorno a un tavolo dell'anguriara, presso il ponte sul fiume Bacchiglione.

Era una sera immersa nel profumo dei tigli, la calura estiva temperata dalla frescura generata dallo scorrere dell'acqua del fiume, un sottile spicchio di luna lasciava il campo all'argenteo luccichio di un cielo affollato di stelle. Si rideva, si scherzava, si parlava di niente, pur pensando al domani. A un tratto Andrea si accorse che Graziella lo stava seguendo persa nell'allegria delle sue risate. Il suo viso, il suo sguardo disciolti nell'estasi di lui. Non se lo aspettava. Abbandonando gli altri, le si rivolse continuando nel suo discorrere allegro, scambiando con lei parole leggere e libere risate. Sulla strada del ritorno camminarono dietro agli altri. Non ancora un contatto. Nell'ansia palpitante e lieve di qualcosa che nasce dentro e di cui ancora non ci si rende conto, non ancora si conosce, che ti solleva come sopra una nuvola e ti trasporta in un altrove incosciente. In silenzio. Al cancello di casa di lei indugiarono a lungo cercando qualche parola a caso per interrompere il silenzio, per salutarsi. Gli sguardi si incontrarono, l'accenno a una stretta di mano si tramutò in abbraccio, nel primo bacio.

L'aveva conosciuta a una festina in casa di lei. Quel giorno era stato colpito dalla sua bellezza e dallo splendore del suo sorriso e aveva ballato quasi esclusivamente con lei. Aveva accettato l'invito perché quella domenica era solo. Carmen, per impegni familiari, non poteva essere con lui. Con Carmen era alla sua prima esperienza di fidanzamento ufficiale, ma già da qualche tempo, per il manifestarsi di frequenti incomprensioni tra di loro, Andrea stava interrogandosi sulla continuazione di quella relazione. Così, dopo l'emozione di quella serata, aveva preso a frequentare assiduamente Graziella. Ogni sera andava a casa di lei dove, in giardino, seduti sui gradini davanti alla porta di ingresso si raccontavano per conoscere l'uno la storia dell'altro. Andrea le disse di Carmen, risero del caso che li aveva fatti incontrare e della tragicomica situazione in cui si erano venuti a trovare. Ora, la domenica, Andrea si inventava sempre qualche scusa per non ritrovarsi con Carmen.

Una delle tante domeniche, decisero di andare a fare una scampagnata sui Colli Euganei. Si addentrarono nel bosco di San Daniele, cercarono un luogo appartato, sdraiati sul tappeto di foglie ingiallite, tra parole, abbracci, carezze e baci, lontani dal mondo reale, trascorsero un tempo... infinito.

Un allegro vociare alle loro spalle, proveniente dal folto del bosco, li riportò sulla terra ferma. Come per un presentimento Andrea si concentrò sulle voci e tra esse riconobbe quella di Carmen. Graziella e Andrea si guardarono interrogandosi sul da farsi. Con un cenno d'intesa iniziarono la fuga scendendo lungo la china del monte, facendosi largo nella macchia boschiva, scavalcando le siepi di confine non senza riportare qualche ferita procurata dai rami o dai rovi incontrati sul percorso. Rientrarono in città divertiti dell'accaduto, risero come due ingenui ragazzini complici compiaciuti dall'aver commesso una marachella.

Il giorno dopo Andrea decise di affrontare la situazione, prendendo il coraggio a due mani andò a comunicare a Carmen la sua decisione. Per Carmen non fu facile accettare la fine, non riusciva a comprendere la ragione di quella svolta improvvisa. Per diversi giorni andò ad aspettare Andrea all'uscita dal lavoro per scongiurarlo, in lacrime, di tornare sulle proprie decisioni, ma lui fu irremovibile. Nei suoi pensieri, nei suoi giorni, nelle sue settimane, nella sua vita c'era ormai soltanto Graziella.

Graziella e Andrea continuarono a vivere gioiosamente la loro storia incontrandosi ogni sera sui gradini del giardino, con qualche gita domenicale sui Colli, ritrovandosi nelle festine a ballare, stretti, i 45 giri preferiti: Only you, My dream, Scandalo al sole, Are you lonesome tonight, Sogno di una notte di mezza estate, Maria Elena, You are my destiny, Notte di luna calante, Blue Moon, Cuando Calienta el sol, Love me tender...

Quella sera Graziella lo invitò a salire in camera sua. Fino ad allora non era stato mai ammesso al piano superiore, al sommo della grande scala che saliva dall'ampia sala di ingresso dove si tenevano le festine. Forse lo aspettava il giardino dell'Eden, pensò, anche se non avrebbe mai voluto che quel pensiero gli attraversasse la mente. Si sedettero sulla sponda del letto, lei cominciò a mostrargli le sue foto. Tra le loro mani capitò una foto di lei in bikini. In quella foto Andrea potè ammirare la bellezza scultorea del suo corpo, lo splendore della sua giovinezza. Le chiese di regalargliela, ma Graziella, sorridendo, gliela negò. Ci furono parole, abbracci, carezze e baci come sempre, ma Andrea non osò andare più oltre. Con le ragazze aveva sempre tenuto un comportamento estremamente corretto, non approfittando mai della situazione. Aveva ricevuto un'educazione tale da non consentirgli eccessi di libertà.

Da quella sera l'interesse di Graziella per Andrea iniziò a scemare. Lei cominciò a negarsi accampando scuse di ogni genere fino a che Andrea si convinse che tutto era finito.

La rivide, dopo qualche tempo, accompagnata ad un omone dall'aspetto squadrato e massiccio, con un vocione da baritono, che si muoveva consapevole della sua arrogante personalità. Graziella, al braccio di lui, salutò Andrea con un sorriso, amichevolmente, senza calore, con distaccata cordialità.